PRIMO SETTEMBRE.

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Ma porca di quella vacca, ci ho messo mesi a riaccedere al mio blog, non riuscivo a trovare la password, stavo impazzendo, tutto un casino insomma, un pochino come sono io forse, ma io alla fine mi vedo bene così, un po’ precisina, un pò maldestra, un pò incasinata.

Sono come un fritto misto insomma!


In questo periodo scrivo ovunque, scrivo note, scrivo su un quaderno o diario, chiamalo come ti pare, scrivo qui stasera, ma scrivo.

Che ormai si sa che scrivere mi fa stare bene no!?
Riscrivere qui stasera mi riporta a quel lockdown stile carcerata peso dove ogni sera era diventato un rito, tappeto, musica e bicchiere di vino, o forse due.

Il tutto intervallato da videochiamate spumeggianti e chiacchere a fottutissima distanza! Quanto mi ha cambiato questo periodo!? Quanto ci ha cambiati tutti.

Vaaaaabene, ma non sono qui per tirare pipponi su questo, sono qui per parlare di questo agosto.

Ad un agosto che ha avuto il sapore di casa, di famiglia, di amici nuovi, di amici “confermati”, di amici ritrovati, cazzo sì se é stata l’estate degli amici ritrovati, di quelli di una vita, che sono sempre stati lì, un pochino più distanti forse, ma sempre lì.

Quelli che sembrava ieri che organizzavamo festoni in spiaggia a cui tutti volevano partecipare, quelli dell’anguria e vino rosso bevuti con il boccale, quelli delle cazzate fatte tutti insieme, quelli delle collette per un cicchetto di vodka alla menta detto anche collutorio al chiosco da Mimmo, quella degli amori da gggiovani (gggiovani licenza poetica), quel che ora si siamo diventati un pochino grandi, ma che manteniamo sempre il nostro spirito e il nostro essere, quelli che non vedi da anni e ti riabbracci come fosse ieri, quelli che hanno avuto figli, quelli che no, quelli che “non sono pronto”, quelli che basta una cena In casa a ridere con le lacrime agli occhi, quelle dove arriva mio padre e cena con noi e dice ai miei amici “Hey, ti ricordavo con più capelli!”.

É stata l’estate delle estati, quella dove non interessava di uscire tutte le sere, che non dovevi timbrare un cartellino, quella dove volevi vivere il mare, dove il sale sulla pelle lo volevi anche a mezzanotte mentre guardavi le stelle dalla veranda.

L’estate dello svegliati presto ogni martedì per il mercato delle pezze, dove eravamo sempre una squadra fortissima, l’estate delle cose semplici, senza aspettativa alcuna.

L’estate delle conferme e quella dello scoprire le nuove persone, l’estate dei miei nipotini veri e di quell acquisiti, perché cavolo sì, se c’é una cosa so fare bene é zia Palli, forse perché mi viene naturale rapportarmi con la loro spontaneità, forse perché lo divento un pochino anche io.

Questo primo settembre sa di ricordi belli e malinconia, sa di un bicchiere di vino rosso che fa autunno, sa di candele sul davanzale e giornate che si accorciano, sa di cose belle comunque.

Il “ricominciare”, un nuovo punto di partenza con il cuore ancora un pò lá, sa di non sapere bene dove sei, ma che ancora va bene così.

Vorrei ch le persone a cui tengo, quelle a cui voglio bene davvero nella mia vita, possano conoscere anche questo pezzo di me, quell’agosto che per me è speciale, vorrei che vivessero quello che scrivo per capirlo davvero.

Ma forse, già un pochino lo capiscono, perché tutti abbiamo in qualche modo il nostro agosto ed il nostro posto speciale.

Vorre che nel 2022 organizzassimo veramente quella festa in spiaggia che spaccava i culi come facevamo un tempo, quanto bello sarebbe!?

Oh, lunedì la mia Chiara mi porta al concerto dei Manu Chao, che quel disco mi ricorda proprio quelle estati di giovinezza e spensieratezza, che nulla accade per caso no!? O almeno io credo così, ho sempre creduto alle coincidenze, credo che se le cose ritornano un senso ce l’abbia, credo che se qualcuno torna nella tua vita era destinato a starci in qualche modo per sempre.

Sono sempre una cazzo di romanticona lo so, mi piace anche questo alla fine.

Agli amici tutti grazie, sono una personcina per bene anche grazie a chi é inciampato nella mia vita.

Grata.
Val momento suona:” You wrote don’t forget on your arm” di Flatsuond.

MILANO.

Porca vacca, da quanto non scrivevo sul mio blog, compagno di lockdown, diario di un assurdo anno vissuto.

Stasera ero qui sul mio tappeto e, mentre facevo una ricerca di immagini per un progetto di lavoro mi é balzata in testa una serie di cui ho visto l’ultima puntata qualche sera fa, una serie sulla moda, una serie italiana che, nonostante la dessero sui canali “nazionali”, ha catturato la mia attenzione.

Racconta di una rivista di moda degli anni settanta, gli anni della rivoluzione anche in quel campo, gli anni di giovani ed acerbe promesse della moda, della rivoluzione della moda, come Versace, Krizia, Missoni, Valentino e ultimo, ma non per ordine di importanza il mio amato Armani.

In quest’ultima puntata mi ricordo mi colpì tantissimo una citazione di Versace, che intervistato da questa giovane giornalista disse:” Milano non sta a guardare chi sei ne da dove vieni, Milano ti dà tutte le possibilità , Milano tira fuori l’anima delle persone”.

E cavolo mi ricordo che sentendo questo dialogo mi ci sono proprio riconosciuta, mi ha catapultata nel mio lungo pezzettino di vita in questa magica città.

Perché é vero, amo Milano e questo ho imparato da lei, ad essere me stessa, ad essere sicura di me, dei miei pregi e delle mie imperfezioni, anzi, mi ha insegnato quasi a renderle un vanto, ad arricchirmi come persona, a non essere giudicata mai.

Ah, quanto mi manca tutto questo.

Milano dalle infinite possibilità.

A volte mi capita di parlare con persone che mi dicono” Come hai fatto a vivere così tanto a Milano! Io non potrei mai”, ma forse é così, Milano o la odi o la ami.

Io l’ho sempre amata tanto ed ogni giorno mi manca.

E, non nascondo che soffro anche un po’ ora a vederla così inerte e fragile davanti a questa pandemia.

Ogni volta che che torno , ogni angolo é legato ad un ricordo, bello, brutto, forte ed intenso, ogni ricordo pari ad un’emozione fortissima.

Questo dialogo, di una banale serie tv di un banale mercoledì sera di un anno assurdo mi ha riportata a tanti pensieri felici del periodo più bello della mia vita.

Allora penso, oggi qui, domani chi lo sa.

Forse ancora lì.

Pensieri felici, bello così.

Come ogni mio post, finisco con una canzone, a sto giro Ornella Vanoni.

È uno di quei giorni che
Ti prende la malinconia
Che fino a sera non ti lascia più
La mia fede è troppo scossa ormai
Ma prego e penso fra di me
Proviamo anche con dio, non si sa maiE non c’è niente di più triste
In giornate come queste
Che ricordare la felicità
Sapendo già che è inutile
Ripetere “chissà?
Domani è un altro giorno, si vedrà”È uno di quei giorni in cui
Rivedo tutta la mia vita
Bilancio che non ho quadrato mai
Posso dire d’ogni cosa
Che ho fatto a modo mio
Ma con che risultati non sapreiE non mi son servite a niente
Esperienze e delusioni
E se ho promesso, non lo faccio più
Ho sempre detto in ultimo
Ho perso ancora ma
Domani è un altro giorno, si vedràÈ uno di quei giorni che
Tu non hai conosciuto mai
Beato te, si beato te
Io di tutta un’esistenza
Spesa a dare, dare, dare
Non ho salvato niente, neanche teMa nonostante tutto
Io non rinuncio a credere
Che tu potresti ritornare qui
E come tanto tempo fa
Ripeto “chi lo sa?
Domani è un altro giorno, si vedrà”E oggi non m’importa
Della stagione morta
Per cui rimpianti adesso non ho più
E come tanto tempo fa
Ripeto “chi lo sa?
Domani è un altro giorno, si vedrà”Domani è un altro giorno, si vedrà”

MI SONO PRESA DUE GIORNI.

Mi sono presa due giorni.

Sì, mi sono cazzo presa due giorni in questo anno di merda per dire fine stando bene.

Poi per ricominciare.

Mi sono ritagliata il mio momento felice.

Non voglio parlare di buoni propositi o di quello che mi aspetto, in fin dei conti non mi aspetto nulla, solo di sorprendermi, come ho fatto in tutto questo fottuto fottutissimo duemilaeventi.

Mi sono presa due giorni per respirare, non non pensare ed essere esattamente me stessa e così é stato, senza aspettative, ma, ci sono quei tratti di felicità

che porca vacca valgono come mille.

Ci sono momenti che ti fanno stare bene e punto.

Questo mi sono presa io, ma quanto ne avevo bisogno?!

Non so dei dopo, dei se è dei ma, ma solo di come è quanto.

Ci sono persone o momenti o sensazioni che mi fanno sentire così.

Per me questa fine é stato questo, sentirmi me.

Poi ci sono un sacco di momenti in cui tutto mi sembra così difficile, che chisssssssenefrega, intanto mi prendo tutto il bello.

Sono strana, chiusa, aperta, poi chiusa ancora, poi spaventata, poi felice, poi sicura, poi vacillo, poi mi sento forte, poi arrivata, poi incompleta, ma quanto va bene sentirsi tutte queste cose!?

Un grazie va a te, che in qualche modo hai contribuito a farmi sentire così, quindi, anche quando mi sento così, un po’ giù, poi penso a quello che ho avuto e va bene così, ho imparato di sicuro a prendermi tutto quello che viene, senza pretendere nulla.

Mi sento un pochino migliore quindi forse tutto sto duemilaeventi a qualcosa é servito.

Vediamo cosa ci aspetta adesso.

Grata sempre grata!

Poi stasera suona “un anno d’amore” di Mina e chi mi conosce sa quanto é arrivata al momento giusto.

DEJAVU, TUTTO ATTACCATO.

22.18, tappeto, ancora qui.

Ho passato il lockdown precedente scrivendo sul mio blog, come fosse la mia ancora di salvezza, come fosse la mia finestra sul mondo, quel mio maledetto bisogno di esternare.

Alla fine mi ha salvata, come se parlassi con qualcuno di gioie e malessere, malessere e gioie.

Confesso però di non pensare di ritornarci dentro, confesso di aver sperato.

Invece, arieccoci.

“Ma fai quello che ti fa star bene anche quando stai male”, mi dico sempre.

Stasera avevo bisogno di questo, così ancora una volta qui, gambette incrociate sul tappeto, la mia playlist e mille mila miliardi di pensieri nella mia testa.

Se dovessi descrivere questo ultimo anno, beh, che dire, un pó come quando inciampi, poi ti rialzi, poi inciampi ancora e, così ancora ed ancora all’infinito.

Quest’anno mi ha messa a dura prova, mi ha resa forte e poi fragile, ancora ed ancora.

Da qualche giorno mi é crollato un macigno addosso, pensieri, paure e mi sono messa in discussione ancora una volta. Non ho mai avuto la “famiglia del Mulino Bianco”, come ho detto in tanti dei miei post, ma non la cambierei per nulla al mondo.

La mia famiglia è quella che inciampa mille volte e che poi si rialza, con la stessa intensità della caduta, la mia famiglia é quella che si stringe fortissimo quando la necessità lo richiede.

Ho una madre che mi ha sempre insegnato questo, a cadere e a rialzarmi sempre a testa alta, un padre che mi ha insegnato che la vita va anche presa con leggerezza, che mi ha insegnato la creatività facendomela amare in maniera viscerale, una sorella maggiore che mi insegna ogni giorno la forza e che mi protegge come una madre , una sorella più piccola che è una madre meravigliosa e mi insegna ogni giorno l’amore e la pazienza.

Poi c’ la mia zia che mi manca e, che poi è davvero così, che ti accorgi di quanto sono importanti le persone quando non le hai ogni giorno al tuo fianco.

Che stronza è la vita in questo senso.

No ci rendiamo mai conto fino in fondo delle cose finché non le perdiamo, frase tanto fatta quanto vera.

Questo duemilaeventi non è paragonabile a nessun periodo della mia vita,ma per assurdo è stato anche gioia a tratti.

Ho riscoperto persone bellissime, ne ho conosciute di nuove ed inaspettate, ho capito che nulla è scontato, che ci sono persone che conosci da una vita e ti girano le spalle ed altre che conosci da “cinque minuti” e ti sorprendono…ma, questa é anche la bellezza delle cose, lasciarti sorprendere sempre.

Il cuore va sempre dove deve andare, senza seguire nessun percorso, lui va dove deve essere in quel preciso momento.

Tutto sta nel farsi trasportare senza paura alcuna.

Questo ho imparato in questo fottuto duemilaeventi. Fottutissimo duemilaeventi, se posso.

A tutte le volte che mi sono sentita sola.

A tutte le volte che mi sono sentita fuori posto.

A tutte le volte che mi sono sentita felice.

A tutte le volte che mi sono rialzata.

Ai se ed ai ma.

Sono ancora grata, nonostante tutto.

Alle paure ed ai sorrisi.

Agli abbracci che mancano tanto.

Alla musica che mi ha salvata e che a volte mi ha fatta piangere.

Ai sogni ed alle ambizioni.

Grata di sentirmi “viva”

Suona “Landfill” di Daughter e anche stasera, mi basta questo.

Musica, tappeto, i miei pensieri e Frida che dorme sul divano dietro a me.

Throw me in a landfill
Don’t think about the consequences
Throw me in the dirt pit
Don’t think about the choices that you make
Throw me in the water
Don’t think about the splash I will create
Leave me at the altar
Knowing all the things you just escapedPush me out to sea
On a little boat that you made
Out of the evergreen that you helped your father cut away
Leave me on the tracks
To wait until the morning train arrives
Don’t you dare look back
Walk away
Catch up with the sunrise’Cause this is torturous electricity
Between both of us and this is
Dangerous ‘cause I want you so much
But I hate your guts
I hate youSo leave me in the cold
Wait until the snow covers me up
So I cannot move
So I’m just embedded in the frost
Then leave me in the rain
Wait until my…

BACK TO PENSIERI!

Arieccomi.

Non scrivevo sul blog da giugno, presa da riapertura negozio, eventi, sprazzi di libertà, o semi libertà ritrovata.

Stasera per la prima volta ho guardato il telegiornale mentre cucinavo, non succedeva da un pò, una delle ansie che mi portò dietro dal lockdown, guardare il telegiornale.

Mi ritrovo qui sul tappeto, tappeto diverso, stesso posto, Frida cozza attaccata a me, io, la mia musica ed i pensieri a raffica qui nel blog.

Quando mi sento così mi fa bene scrivere.

Stasera mi sono ritornate dopo il telegiornale tutte le paure, quelle che tutto possa tornare a mesi fa, quelle di non farcela una seconda volta, quelle che ti fanno venire l’ansia.

Sono una persona da bicchiere mezzo pieno, sempre, ma stasera ho avuto paura e odio questa sensazione di impotenza che mi destabilizza.

Oltre a tutte le ansie per il mio lavoro,si aggiungono quelle dei rapporti con le persone, ho sempre bisogno di aver contatti, di abbracciare, sentire le persone e stasera ho avuto paura di quel grande passò indietro a mesi fa, quando tutto era un enorme punto di domanda.

Cerco di rimanere positiva, ma non nascondo di avere paura,

Ho imparato tante cose dal lockdown, da tutto quello che è stato e a tratti sono grata, ma non posso pensare di vivere così nel terrore.

Stasera farò così, mi lascerò coccolare da Frida sul divano, ascolterò tutte le mie canzoni preferite, andrò a letto pensando che domani inizia un altro giorno e che bisogna “tenere botta”!

Respira Paola, respira.

Stavo ascoltando questa canzone di Dimartino che vi lascio qui…

Ho l’acqua nelle scarpe,
è un mattino di pioggia
Bocche di vento
Spighe d’argento
Sabbia di ghiaccio
Musica triste da un bar del porto
Mina che affoga in un lento
E sembra che non finisca mai settembre
E se domani cambierò vestiti
Tu riconoscimi dagli occhi
O dalle linee delle mani, basterà
Ho l’acqua nelle tasche
è un mattino di partenza
Cabine rotte
Vecchi ombrelloni
Culi sui muri
I calendari
Canzone triste da una finestra
Mina che affoga in un pianto
E sembra che non finisca mai settembre
E se domani cambierò vestiti
Tu riconoscimi dagli occhi
O dalle linee delle mani, basterà
Giorni da strappare
Ore da ricostruire
Date da dimenticare
Tu riconoscimi dagli occhi
O dalle linee delle mani, basterà
O dalle linee delle mani, basterà.
O dalle linee delle mani, basterà

TUTTO IN DISORDINE.

In tutti questi mesi mi sono guardata dentro un sacco, mi sono giudicata, smussata, corretta, ho inciampato ed ho provato tante emozioni fortissime e contrastanti.

Poi mi sono anche fidata.

Sono una persona così, vedo sempre il buono e mi fido ogni volta, poi matematicamente, ogni volta, inciampo.

Anche questa volta sono inciampata, ma come ogni volta, cadrò dritta e poi mi rialzerò.

Punto e a capo.

E via, imparando anche questa volta qualcosa, porto a casa e ricomincio.

Here we are
Stuck by this river
You and I
Underneath a sky that’s ever falling down, down, down
Ever falling downThrough the day
As if on an ocean
Waiting here
Always failing to remember why we came, came, came
I wonder why we cameYou talk to me
As if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time
From another time

LUNEDÌ.

Mi sento come in una centrifuga.

Ci sono i pensieri belli e quelli brutti che viaggiano insieme in questi giorni.

Dolce e salato insomma.

Caos e quiete.

Sono tutto ed il contrario di tutto.

É un continuo mettermi in discussione, che poi alla fine mi piace anche non accontentarmi mai.

Sto ascoltando i Verdena da tutto il giorno, che mi riportano ad anni fa, a periodi spensierati e felici,

Ah la musica, che bela invenzione é!? Non potrei vivere senza.

Buonanotte lovers, stasera suona “Luna” dei Verdena!

ASPETTATIVE VS REALTÁ

Casa, ore di sonno totali: due.

Stanchezza incalzante, ma allo stesso tempo felicità.

Son stata a Milano, posto del cuore, con le persone del cuore con cui volevo stare, avevo bisogno di sorrisi e spensieratezza.

Ho dormito due ore sì, ma stamattina ero felice di passeggiare presto nella mia amata Milano, di prendermi il tempo per me, di guardarmi intorno alla ricerca di cose belle.

Sono una “divoratrice di immagini” del resto, per questo i miei occhi hanno bisogno di fotografare ogni cosa.

Oggi mentre guidavo per tornare verso casa, in autostrada c’era questo cielo azzurro interrotto da sofficissime nuvole bianche, la mia musica del cuore che suonava ed i miei pensieri in fila uno dopo l’altro.

Oggi ho pensato alle aspettative.

Non voglio più aspettarmi nulla, forse per difendermi, forse per non stare male ancora.

In tutto il lockdown ho fatto un enorme lavoro su me stessa, mi sono cercata bene in fondo è mi sono scoperta forte, molto forte.

Non voglio tornare fragile, quindi ho deciso che aspettarmi cose dalle persone mi porta solo a rimanerci male quando poi le persone cambiano e, non voglio che accada più.

Son circondata di persone che mi vogliono bene e voglio concentrarmi solo su quelle.

Non voglio più aspettarmi nulla, ma voglio ancora farmi sorprendere, ah si, questo lo voglio tanto.

Voglio sognare e stupirmi.

Da domani ricomincio da me, da quel pezzettino un po’ ammaccato che devo rimettere a posto.

Come questo libro che sto leggendo, come il “kintsukuroi”, l’arte giapponese di curare le ferite dell’anima.

KINTSUKUROI SIGNIFICA “RIPARARE CON L’ORO”,É CIÒ CHE CHE POSSIAMO FARE QUANDO QUALCOSA SI ROMPE NELLA VITA. IMPARIAMO A CURARE LE NOSTRE FERITE PER FARNE LA NOSTRA BELLEZZA.

Ricomincio da me.

Punto e a capo.

Colonna sonora di stasera: “Queen of mosquitos”, Harlem, il mio personal tormentone di questa settimana.

SEI GIUGNO, ZIO NINNI.

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Sabato sei giugno, non scrivo sul blog da un pò, nn ho nemmeno il tempo di respirare ultimamente.

Ma stasera voglio farlo, stasera voglio scrivere dello zio Ninni, il più piccolo degli zii da parte di mio papá.

Stanotte lo zio Ninni è andato a suonare il suo pianoforte e a raccontare le sue barzellette in perfetto stile Bozza un pochino più in alto, lassù nel cielo, é successo stanotte quando c’era quella luna “fragola”, unica nel suo genere e , no forse non é un caso.

Da quando ti hanno diagnosticato questo brutto male non é passato molto, ma tu sei sempre stato lì con la battuta pronta ed il sorriso.

Tu eri lo zio “buono”, quello che non ne aveva mai una con nessuno, quello che bastava venire in veranda da papà a Piri Piri, aprirvi una birretta e suonare tutti gli strumenti possibili, tra una cantata ed una barzelletta tu, zio, avevi sempre il tuo sorriso buono.

Questo ricorderò sempre di te, la tua bontà, purezza, la tua pipa ed il tuo gilet, il cantare canzoni un pò brilli in veranda anche quando nelle notti d’estate c’erano i miei amici e tu e papà vi univate a noi improvvisando un concerto.

Tutti i “Bozza” in qualche modo hanno una vena artistica, questo mi rende orgogliosa di esserlo, questo mi rende una Bozza, cercare sempre la parte creativa in ogni cosa e, questo lo devo a voi.

Non posso essere lì si, in questo momento le distanze sono ancora più amplificate, ma oggi ho comprato dei fiori, li ho messi in un vaso per te e stasera dopo lavoro mi sono versata un bicchiere di vino pensando a te, a te che nell’ultima estate uscivo e arrivavo al ristorante dove tu e papà cenavate a scroccarvi un bicchiere di vino prendendovi in giro.

Di te mi porterò sempre dietro il tuo sorriso buono, buon viaggio zio, suona tutti gli strumenti che hai amato anche lassù.

Paolotti, così come mi chiamavi tu e zio Polpetta.

Stasera torna questa canzone che mi porta a te e papà.

No
Stanotte amore non ho più pensato a te
Ho aperto gli occhi per guardare intorno a me 
E intorno a me girava il mondo come sempreGira, il mondo gira 
Nello spazio senza fine 
Con gli amori appena nati
Con gli amori già finiti 
Con la gioia e col dolore 
Della gente come meOh mondo
Soltanto adesso io ti guardo 
Nel tuo silenzio io mi perdo 
E sono niente accanto a teIl mondo
Non si è fermato mai un momento
La notte insegue sempre il giorno
Ed il giorno verràStanotte amore non ho più pensato a te
Ho aperto gli occhi per guardare intorno a me 
E intorno a me girava il mondo come sempreGira, il mondo gira 
Nello spazio senza fine 
Con gli amori appena nati
Con gli amori già finiti 
Con la gioia e col dolore 
Della gente come me Oh mondo, soltanto adesso io ti guardo 
Nel tuo silenzio io mi perdo 
E sono niente accanto a te Il mondo 
Non si è fermato mai un momento 
La notte insegue sempre il giorno 
Ed il giorno verràIl mondo 
Non si è fermato mai un momento 
La notte insegue sempre il giorno 
Ed il giorno verrà 
Stanotte amore non ho più pensato a te 
A te

PAURE. DAY BY DAY.

Casa, finalmente casa, pensa te.

Divano, non tappeto, ho il colore sui capelli perché, la mia parrucchiera lo sa il perché, la mia playlist LOVERS che suona come ogni sera e intanto che aspetto i venti minuti dello shampo con un sacco della spazzatura sulle spalle come mantellina da parrucchiera, mi sentivo di scrivere.

Sì lo so che non è una bella immagine, ma tanto per fortuna mi vede solo Frida!

Sono giornate lunghe e piene in cui non riesco a scrivere ogni giorno come in quarantena, ma oggi mi andava così.

Sono tornata dal negozio in questa nuova e strana routine di vita, lanciato i vestiti alla velocità della luce, canotta, mutande, bicchiere di vino e musica e, mi sono seduta sul davanzale della finestra a luce spenta con gli occhi chiusi, avevo bisogno solo di quello.stare lí al buio con il “silenzio” della mia musica, avevo bisogno di sentirmi protetta e di avere quel momento solo per me.

Da quando ho ricominciato a lavorare ho vissuto così tante emozioni senza fermare un secondo cuore e testa che avevo bisogno solo di questo.

Non so ancora bene descrivere come mi sento, ho mille paure, ho paura ad uscire e nel momento stesso vorrei non averle, ho paura a fare cose che prima mi sembravano normali, ho paura che da un momento all’altro tutto possa ricadere all’improvviso.

Per questo ho bisogno di fare piccoli passi.

Poi nello stesso momento bramo quella normalità a cui tanto ho pensato nei mesi d isolamento, dove per assurdo ne ho creata una “nuova”, dove sentivo il disperato bisogno di comunicare alle persone a cui tengo ogni mio stato d’animo.

Sicuramente il lockdown mi ha cambiata, penso sempre in meglio, mi sono sentita spesso forte ed orgogliosa di me, dall’altra parte penso quasi che per me sia più difficile ora, mi porto dietro quello strascico di paure, inaspettatamente.

Ma, nella mia vita sono stata tutto quello che volevo ed ho superato ogni cosa, facile o meno, quindi questo non é un post triste, solo un post riflessivo, un nuovo confronto con me stessa in una nuova fase.

Mi servirá in qualche modo anche questo.

Sta suonando questa canzone nella mia playlist del lockdown dove ho ascoltato così tanta musica spaziando ovunque, ascoltando musica che non conoscevo o che magari non avrei mai ascoltato, ma che adesso mi porto dietro sorridendo e pensando ad ogni attimo di questo isolamento a cui ogni singolo brano era legato.

Del resto ho detto mille volte ch la musica é parte di ogni mia giornata, sempre, a lavoro, per strada, a casa, quando mi addormento… insomma in ogni gesto della mia giornata.

Ho questo continuo bisogno di esprimermi, di esternare quello che sono e che penso, con una foto, con un disegno, con delle parole e , anche sì, con la musica.

Come dice sempre una delle migliori amiche”. Se avessi avuto una bella voce sarei stata una cantante!”, beh, se anche io avessi avuto una bella voce avrei forse cantanto i miei pensieri in tutto questo periodo!

Ma ognuno deve trovare il suo modo, io sono più brava con parole ed immagini forse.

Vabbè, finisco il mio pippone con questa canzone appunto, che forse non avrei mai ascoltato, ma che una sera di ascolti solitari di tappeto su Spotify é arrivata ed é finita dritta dritta nella mia playlist!

Si chiama “Femmina” di Viola Violi.

IMPRESSIONI. DAY, NON LO SO.

Eccomi qui.

Tappeto, h 22.57.

Non scrivo ormai sul blog da qualche giorno, é stata una settimana decisamente intensa, nemmeno so spiegare tutte le mille emozioni che ho provato.

La settimana di riapertura di OFICINA mi ha decisamente prosciugata fisicamente e mentalmente, é stato bellissimo, come rinascere, come tornare a vivere.

Lavorare con queste modalità non è facile,ma chissenefega, é ossigeno puro tornare nella mia seconda casa, vedere le persone entusiaste di tornare a pezzettini di normalitá, sono state giornate intense in cui la sera ero talmente stanca da non riuscire nemmeno a pensare, ma è stato bello, oh sì cazzo, é stato bellissimo.

Mi sento una sedicenne innamorata, ma in questo caso innamorata della vita.

Poi ci sono state altre cose, rivedere le mie evergreen, le mie amiche e sorelle con la A maiuscola, rivederle non da uno schermo è stato amore puro.

Non so come spiegarvelo, ci sto andando piano, sento che ancora non mi sento di vivere tutto in pieno, uscire a bere un aperitivo ancora mi spaventa, ho ancora bisogno di sentirmi protetta in casa, ma ho deciso di non forzarmi a fare nulla, ma di fare solo quello che mi sento davvero di fare.

Ho ancora tante paure, sono convinta, anzi posso dire per certo che questa quarantena, l’isolamento forzato mi ha resa una persona migliore e sono molto orgogliosa di me, appunto per questo voglio fare tutto piano piano.

La mia prima settimana di pseudo normalità si è conclusa poi in un modo inaspettato e decisamente bello.

Allora non posso che essere grata, sono grata di ogni cosa che arriva, di ogni sorriso, di quell’abbraccio tanto bramato, delle piccole cose.

Tutto sa di un sapore nuovo e diverso, ed é bellissimo.

Perché non voglio smettere mai di sorprendermi.

É stata decisamente una delle settimane più belle della mia vita, tante emozioni belle provate tutte insieme.

Sto ascoltando tanta musica, stasera sta passando questa nella mia playlist e penso che sia perfetta.

Alle cose belle.

Buonanotte sognatori.

Some say you’ll never be gone forever
Some say there’s music where you go
I’ve no faith in my heart, tell two apart
Ocean above from sky belowWhere I am going you can’t save meDon’t wake me honey for love nor money
I have no more I can pay ‘til we’re here alone
And the seeds have been sown
And night returns to break the dayWhere I am going you can’t save me
Where I am going you can’t save me, yeahSeed a dreamin’, boxed a screamin’
The world to love, the right to know
Now I hear violence out from the silence
Don’t want me love? Then let me goWhere I am going you can’t save me
Where I am going you can’t save me
Where I am going you can’t save me, yet

FRIDAY. DAY 70.

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Tappeto, venerdì, h 21.13.

Sono cinque giorni che non scrivo il blog, sono stati giorni pienissimi in vista della riapertura di lunedì.

È stato un susseguirsi di emozioni, l’idea della riapertura di lunedî mi fa sentire come se inaugurassi OFICINA una seconda volta.

Ieri ho fatto la vetrina, dopo due mesi, oggi vedere tutto allestito e non coperto è stata un’emozione fortissima, difficile da spiegare,.

Solo una parola, FELICITÁ.

Amo il mio lavoro, a volte lo sfanculo, ma lo amo e poterci tornare é la cosa più bella.

Voglio solo dire grazie a questo nuovo inizio, ci metterô tutta me stessa senza mai mollare!

Le piccole cose, oh quanto ho imparato ad apprezzare le piccole cose di sti tempi.

Canzone stasera!? “No surprise” dei Radiohead.

Ciao dreamers.

A heart that’s full up like a landfill
A job that slowly kills you
Bruises that won’t heal
You look so tired, unhappy
Bring down the government
They don’t, they don’t speak for us
I’ll take a quiet life
A handshake of carbon monoxideWith no alarms and no surprises
No alarms and no surprises
No alarms and no surprises
Silent, silentThis is my final fit
My final bellyacheWith no alarms and no surprises
No alarms and…

HAPPY MOTHER’S DAY.DAY 65.

Tappeto, 21.55, festa della mamma.

Indubbiamente la festa della mamma che mi ricorderò per tutta la vita, oggi ho rivisto la mia mamma dopo quasi tre mesi.

Sí, lo so che non sono l’unica e che c’è chi ancora deve farlo, ma per me oggi é stata una sensazione indescrivibile, non sono mai stata così tanti mesi senza , nemmeno quando non abitavo qui. A lei che é la mia roccia, a lei che mi ha insegnato tutto, a lei che mi ha insegnato ad essere cazzuta, umile e forte devo tutto, a lei devo anche l’avercela fatta a sostenere questo periodo, a lei che mi ha resa così determinata, sempre.

Vedere tua madre dopo un distacco forzato fa un efffetto strano, ma posso sicuramente dire che questa giornata finirà alla top ten dei giorni più belli della mia vita.

Spaghetti alle vongole e baccalá mantecato il menù e, per quanto in questa distanza lei sia sempre riuscita a farmi recapitare il suo cibo, mangiarlo live da lei ha tutto un altro sapore, quello di mamma, quello di casa

Grazie.

Grazie è l’unica parola che mi viene in mente, oggi sono solo tanto grata.

La vita è bella, anche quando sembra che non funzioni.

Stasera questo post lo accompagnano i miei amati Radiohead, con “High and dry”

Two jumps in a week
I bet you think that’s pretty clever, don’t you boy?
Flying on your motorcycle
Watching all the ground beneath you dropKill yourself for recognition
Kill yourself to never ever stop
You broke another mirror
You’re turning into something you are notDon’t leave me high
Don’t leave me dry
Don’t leave me high
Don’t leave me dryDrying up in conversation
You will be the one who cannot talk
All your insides fall to pieces
You just sit there wishing you could still make loveThey’re the ones who’ll hate you
When you think you’ve got the world all sussed out
They’re the once who’ll spit at you
You’ll be the one screaming outDon’t leave me high
Don’t leave me dry
Don’t leave me high
Don’t…

LA FELICITÀ STA NELLE PICCOLE COSE.DAY 64.

Processed with VSCO with c1 preset

Tappeto, 21.57.

Stasera sarô breve che sono ko dalla giornata.

Stasera voglio solo fare un appunto, scontato, ma ci tengo a farlo.

Non ci accorgiamo di quanto siano importanti certe cose sino a quando non ci vengono negate,

Oggi, dopo due mesi, sono uscita dal centro per fare una camminata sugli argini con Frida.

Vi assicuro, che, vedere la natura, camminare in mezzo al verde è stata quasi come una prima volta,

Mi ero dimenticata di come fosse bello sentirsi liberi camminando in mezzo al verde.

Questo oggi mi ha resa felice, quindi tutto qui, mi andava di condividerlo.

Domani rivedrò la mia mamma dopo tre mesi, sarà una giornata piena di emozioni, voglio andare a letto, riposarmi e godermela tutta fino alla fine.

Buonanotte dreamers.

Stasera suona “you and I” di Wilco.

You and I, we might be strangers
However close we get sometimes
It’s like we never metBut you and I, I think we can take it
All the good with the bad
Make something that no one else has butYou and I, you and IMe and you, what can we do
When the words we use sometimes
Are misconstruedWell, I won’t guess, what’s coming next
I can’t ever tell you
The deepest well I’ve ever fallen intoOh, I don’t wanna know
Oh, I don’t wanna know
Oh, I don’t need to know
Everything about youOh, I don’t wanna know
And you, don’t need to know
That much about meYou and I, we might be…

WAITING.DAY 63.

Venerdì, giorno sessantatré, h 21.19 di una sera strana.

Dicono che in questi giorni la luna sia gigante, ma io da qui non riesco a vederla. Serata strana, come di attese.

Oggi é stata una bella giornata, mi sono sentita super carica per il lavoro, ho fatto mille cose, mi sono sentita produttiva ed utile, é stato bello.

Stasera sono qui sul tappeto come se fossi in attesa di qualcosa, ascolto i Current Joyce da tutto il giorno, mi sento in pace, ma come se mi mancasse qualcosa, non so esattamente cosa o, forse lo so e faccio finta di non saperlo.

Se tutto va bene, manca meno di una settimana all’apertura di OFICINA, al ritorno a lavoro, ad un pezzettino di normalità.

Sono una via di mezzo tra felicità e paura, difficile descriverlo.

Credo che stasera mi fermerò qui, sono in quel limbo tra felicità e crollo in tre, due, uno e, oggi non voglio crollare.

Lascio la soundtracks, oggi rigorosamente Current Joyce, con “Too hard”

It seems like
Everybody is crazy
It seems like no one wants to be lazy
With me
With me

It seems like
Everybody is crying
It seems like
Everybody is trying
Too hard
Too hard

GROUPIES VINTAGE.DAY 63.

Ok, tappeto, ore 22.27, di una quarantena infinita.

Avevo scritto questo articolo mezz’ora fa ma poi, porca vacca, mi si é cancellato.

Ma siccome ci tengo assai, lo riscrivo, cercando di rendere esattamente le parole di prima.

Stasera voglio parlare di cose belle , stasera voglio parlavi di Groupies vintage, negozio di via Gian Giacomo Mora 7 a Milano.

Ma voglio prenderla un pochino più larga e fare una premessa.

Ho vissuto a Milano un grande pezzo della mia vita e, questo negozio ne fa un po’ parte.

Groupies raccoglie quella magia di essere catapultata in uno di quei negozi della Londra di nicchia, dove scopri pezzoni unici ed introvabili.

L’ultima volta che ci sono stata é stato a febbraio, prima della quarantena, prima di questa vita in pausa!

Groupies rappresenta per me una tappa fissa, a volte ho trovato Alice, sua proprietaria, anzi sua mamma, a volte no, ma comunque la sensazione appena entrata era quella bellissima di entrare in un mondo dove cercare tesori unici e solo tuoi.

Eh cavolo, in tutta questa “moda di massa” degli ultimi anni, con le catene low cost e tutto il resto, questo é sì un “cazzo” di tesoro dove far emergere tutta la tua personalitá!

Poi, è arrivato il lock down e tutto é cambiato!

Lì, qualcosa è successo, premetto che conosco Alice di Groupies di vista, andando nl suo negozio, ma mai personalmente.

Ma poi, all’inizio di questa quarantena, probabilmente perché entrambe proprietarie di negozi che sentiamo come figli, dai social, ci siamo avvicinate ed abbiamo cominciato a scriverci e supportarci, conoscendoci ogni giorno un pezzettino di più.

Lei è stata un bellissimo punto di riferimento.

Di mio, ho scoperto un’anima bella, con la stessa dedizione e lo stesso amore che io provo per Oficina, ci siamo supportate, fatte forza, consigliate e capite.

Questa è una cosa bellissima e voglio raccontarla perché penso che da ogni situazione di crisi venga sempre fuori del bello, questa cosa fa parte di quel bello, un po’ come quando dall’asfalto spunta un fiore!

Mentre scrivo suonano i mie amati The Smiths e penso che mai colonna sonora fu più azzeccata.

Io voglio dire grazie ad Alice, per le parole, gli abbracci virtuali ed il supporto, un grazie a te che in qualche modo hai contribuito a non farmi mollare.

Come le ho detto non vedo l’ora di tornare nel suo negozio e anche di stringerla fortissimo!

Alice è un’anima bella che mette tutta la sua passione nel suo lavoro e questo traspare ed é bellissimo.

Se non ci siete ancora passare,beh, Groupies Vintage deve diventare una tappa fissa, nel frattempo Alice sta producendo delle mascherine bellissime che potete acquistare direttamente dai suoi canali social, che vi lascio qui sotto insieme al mio pezzone del cuore, ovviamente, The Smiths!

fb: groupiesvintagemilano

Take me out tonight 
Where there’s music and there’s people 
And they’re young and alive 
Driving in your car 
I never never want to go home 
Because I haven’t got one 
Anymore Take me out tonight 
Because I want to see people and I 
Want to see life 
Driving in your car 
Oh, please don’t drop me home 
Because it’s not my home, it’s their
Home, and I’m welcome no more And if a double-decker bus 
Crashes into us 
To die by your side 
Is such a heavenly way to die 
And if a ten-ton truck 
Kills the both of us 
To die by your side 
Well, the pleasure – the privilege is mine Take me out tonight 
Take me anywhere, I don’t care 
I don’t care, I don’t care 
And in the darkened underpass 
I thought oh God, my chance has come at last
(but then a strange fear gripped me and I 
Just couldn’t ask) Take me out tonight 
Oh, take me anywhere, I don’t care 
I don’t care, I don’t care 
Driving in your car 
I never never want to go home 
Because I haven’t got one, da… 
Oh, I haven’t got one And if a double-decker bus 
Crashes into us 
To die by your side 
Is such a heavenly way to die 
And if a ten-ton truck 
Kills the both of us 
To die by your side 
Well, the pleasure – the privilege is mine Oh, there is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 
There is a light and it never goes out 

LIMBO. DAY62.

Tappeto, 22.02, mega super pigiamino estivo e mille cose per la testa,

Altra giornata passata, in qualche modo, stamattina ero in giro per commissioni e salutavo gente a caso che mi salutava sotto la mascherina e gli occhiali, chi fossero, beh, non saprei, ma questa é un’altra storia, i miei genitori mi hanno insegnato ad essere educata e salutare, quindi, così faccio!

Detto questo, un volta essermi allenata ed aver aspettato il corriere, ormai unico uomo imprescindibile della mia vita, sono andata in negozio, per fare foto e continuare a sistemare.

Bevuto caffè, rigorosamente d’asporto dalla mia Simo, due chiacchere con vicini vari e che non vedevo da tanto, ero quasi felice di una parvenza di vita reale, arrivo a casa,posto foto del negozio giornaliere e poi mi metto a tagliare una nuova borsa da “provare” a cucire.

Poi chiamata del commercialista, gelo, chettelodicoaffare, manco voglio stare qui ad aprire una polemica, unica nota positiva vedere quella bonazza di mia nipote dieci minuti.

Stasera credo di fermarmi qui, le alternative sono o tirarvi pezza sul commercialista o bestemmiare, meglio che mi fermo.

Stasera voglio lasciarvi con una canzone di No Name, un anno fa ero al suo concerto a Milano ed é stato bellissimo, di nicchia e figo a livelli estremi. lascio qui “Shadow man”.

How do you see me?
How do you love me?
How to do you remember me?
Amaurotic nightingale
I hope that darkness keeps you well
When I can’t fall asleep at night
I blindly taught myself to fight
Aw shadow man shadow box, please keep your hands up
And if you get knocked down don’t forget to stand up
Bless the nightingale
Darkness keep you well
Bless the nightingale (I pray it keep you well)
Darkness keep you wellShadow man shadow box, dance in the dark with me
This resurrected agony there’s apathy for caskets
Everything I ever loved I lost in the magic
I claim by the river, my body delivered
When I die there’s 27 rappers at my funeral
Moses wrote my name in gold and Kanye did the eulogy
Remember all the bashfulness, understand the truancy
Here I stand in front of…

LE COSE CHE TI SENTI. DAY 61.

21.47, tappeto, calice di vino e pancia piena.

Domani 2738748748 mila squat per redimermi! Scherzo, chissenefrega, evviva il cibo.

In questa quarantena ho imparato anche questo, per quanto la mia teoria sia sempre stata, nella vita normale, “mangia bene a casa e poi a cena fuori mangia quello che ti pare”, in questa quarantena gli equilibri si rovesciano, quindi va bene tutto, aperitivo ogni sera con le amiche e cibo da tappeto!

Stasera mi sono fermata dopo una giornata super intensa in negozio e, sembra una cavolata, ma non ero più abituata a questi ritmi e tutto é strano, per quanto bello perché un pochino sá di normalità.

Comunque, mi sono fermata, stasera a casa, sul mio compagno tappeto di questi due mesi e ho pensato questa casa, che le sensazioni, quando le hai, così forti, difficilmente sbagliano e all’improvviso tutto quello che credevi in un modo, ecco, che diventa in un altro e, non lo sai bene il perché, ma accade e , nella mia vita il mio istinto mi ha sempre portata nelle direzioni giuste, quindi ora mi trovo a capire se devo seguirlo ancora o, data la situazione anomala, “sfanculare” tutto e quel che sará, sará.

Difficile, perché in questi due mesi tutto é stato così amplificato che ora sono destabilizzata e non sicura e lucida di fare le scelte giuste.

Quindi, cuore o testa!? Cosa scegliere!?

Non lo so, porca pupazza ed io odio, fortemente odio non sapere come comportarmi.

L’unica certezza di questo momento è la leggerezza, vorrei avere la stessa leggerezza con cui affrontavo le scelte pochi mesi fa, questo mi manca assai,

Stasera la mia soundtrack é questa, “Il mondo” di Jimmy Fontana, che il mio papà mi ha suonato tante e tante volte.

No
Stanotte amore non ho più pensato a te 
Ho aperto gli occhi per guardare intorno a me 
E intorno a me 
Girava il mondo come sempre Gira, il mondo gira 
Nello spazio senza fine 
Con gli amori appena nati 
Con gli amori già finiti 
Con la gioia e col dolore 
Della gente come me Un mondo 
Soltanto adesso, io ti guardo 
Nel tuo silenzio io mi perdo 
E sono niente accanto a te Il mondo 
Non si è fermato mai un momento 
La notte insegue sempre il giorno 
Ed il giorno verrà 
Oh mondoIl mondo 
Non si è fermato mai un momento 
La notte insegue sempre il giorno 
Ed il giorno verrà VerràVerrà

MI ERO SCORDATA LE GIORNATE PIENE! DAY 50.

Divano e non tappeto.

22.33, oggi sessantesimo giorno, giro di boa.

Stasera scrivo tardi, mille telefonate e poi mi sono messa lo smalto che ormai in sta quarantena “estetista preso me stessa”, ma del resto, “di necessità virtù “!

Oggi é stata una giornata pienissima, ho fatto mille cose come una trottola, tra cui mezza giornata in negozio.

Quando sono arrivata in via Robolotti stamattina, primo giorno della famosa “fase due”, si respirava una bellissima aria di spiraglio di normalità, seppur quella normalità sia ancora lontana, é stato bello.

C’era Arturo che puliva il suo laboratorio, la Katy che sistemava il suo salone, la Simo che finalmente poteva farmi il mio caffè seppur d’asporto… insomma, un pezzettino di normale quotidianità nella nostra via.

In tutto questo periodo, ogni volta che andavo in negozio ero sempre triste, mi faceva male stare lì, ma stamattina la sensazione é stata diversa, sono stata felice.

La felicità di questi tempi te la devi tenere come un tesoro.

È stata una giornata bella, ma anche strana, piena di emozioni, tante e, stasera mi fermo qui, non voglio raccontarle tutte.

Adesso credo che proverò a crollare, stamattina mi sono svegliata alle cinque e non sono più riuscita a dormire, quindi magari stasera crollo finalmente, speriamo!

Oggi ho ascoltato spesso Maria Antonietta e vi lascio con questa canzone che mi ricorda Milano..

Quanto stavo bene quando ascoltavamo wilco in autostrada per casa mia
Ed io ripenso ai giorni del liceo quando studiavo Kant
A quanto mi sentivo sola a quanto lo sono ancora
Ma quanto eri bello io volevo solo portarti a letto
Ma quanto eri bello io volevo solo portarti a lettoIn fondo noi due non ci conosciamo
Allora perché mai ti ho pensato tutta quanta la sera qui a milano
Che nevicava forte su porta ticinese
Avrei voluto solo dirti che la sola cosa al mondo
Che volevo era essere felice ad ogni costo
Era essere felice ad ogni costo
Era essere felice ad ogni costoMa bevo il martini con l’aspirina
Abbracciata a un uomo che non assomiglia a te
Quello che dice e quello che pensa
Quando mi tocca non mi tocca come teMa quanto era bello io volevo solo portarlo a letto
E la sola cosa al mondo
Che volevo era essere felice ad ogni costo

LA DOMENICA È NO. DAY 59.

Ok, domenica, cinquantanovesimo giorno.

Tappeto, felpa e gambe nude. Quella temperatura perfetta, che vorresti viverla fuori e, invece no.

Ormai ho capito che in questa quarantena la domenica é il mio giorno no, quello che mi sa più di tutto di mancanze.

Domani però, dopo due mesi e mezzo, seppur con mascherina, guanti e distanze, potrò rivederle la mia mamma, senza riabbracciarla, ma almeno vederla.

Un piccolissimo passettino verso la normalità, voglio vederlo così.

Oggi ho fatte mille cose pur di non pensare, mi sono allenata, ho cucinato, ho guardato una serie tv, ho cucito e infine ho ricominciato a leggere un libro di poesie, basta non pensare.

In tutta la giornata oggi mi ha accompagnata quella gran voce di Lauren Hill e stasera voglio lasciare qui una delle mie canzoni preferite, “I find I had to say”, testo direi anche adattissimo al momento.

Buonanotte sognatori…

Okay, yeah, alright
I find it hard to say, that everything is alright
Don’t look at me that way, like everything is alright
‘Cause my own eyes can see, through all your false pretenses
But what you fail to see, is all the consequences
You think our lives are cheap, and easy to be wasted
As history repeats, so foul you can taste itAnd while the people sleep, too comfortable to face it
His life so incomplete, and nothing can replace it
And while the people sleep, too comfortable to face it
Your lives so incomplete, and nothing can replace itFret not thyself I say, against these laws of man
‘Cause like the bible says, His blood is on their hands
And what I gotta say, and what I gotta say, is rebel
While today is still today, choose well
And what I gotta say, is rebel, it can’t go down this way
Choose well, choose well, choose well
Choose well, choose well, choose well
And while the people sleep, too comfortable to face it
Your lives are so incomplete, and nothing, and no one, can replace it
No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, noAnd what I gotta say, and what I gotta say
And what I gotta say, and what I gotta say
And what I gotta say, and what I gotta say
And what I gotta say, and what I gotta sayAnd what I gotta say is rebel, rebel, rebel, rebel, rebel, rebel, rebel
Rebel, rebel, rebel, rebel, rebel
Repent, the day is far too spent, rebel, rebel
Wake up, wake up, wake up, wake up, wake up, wake up, wake up and rebel
We must destroy in order to rebuild Wake up, you might as well
Oh are you oh are you satisfied
Oh are you satisfied?
Rebel oh rebel
Why don’t you rebel, why don’t you rebel?
Why don’t you rebel?
I’m fading myself down now

SATURDAY. DAY 58.

Divano, divano e non tappeto.

H 22.05, sono seduta in felpa e gambe nude incrociate sul mio divano, incredibile spostamento dal tappeto stasera.

Oggi mi sono svegliata super produttiva e ho fatto mezza giornata di pulizie di casa, oggi avevo bisogno di un giorno mio.

Poi stasera la solita videochiamata di rito con la mia Chicca è la mia So, seguita da un’altra con la mia Ninetta.

Questo sabato per me e le mie girls.

Stasera mi sono struccata, messa tutte le mie cremine, musica e tisanina, una serata detox tutta per me.

Oggi mi é passata alla fine, veloce veloce questa giornata, ma poi, non so perché succede, dall’inizio di questa quarantena, ogni volta che mi siedo sul divano di sera, mi sento sola, mi è vengono le ansie e le paure e questo mi spaventa tanto.

Voglio le coccole, voglio non sentirmi così sola, così spesso, come mi sono sentita negli ultimi mesi.

C’é una canzone ch dice :” É un mondo fatto per due, come le confezioni dello yogurt….”

Ecco, voglio almeno un’altra metá della confezione.

Stasera va così, non voglio lacrime cosí mi fermo qui, film e poi chissà se riesco a dormire un pochino.

A domani dreamers. Stasera soundtrack è “First love” The Maccabees.

First love, Last love
Only love, it’s only loveFirst love, Last love
Only love, it’s only loveDo you miss home?
Do you miss home?
And are you cool?
Symmetrical?Oh Oh Oh
Let’s get married
And tick the boxes
Oh lets get married
And tick the boxesDo you wanna be alone?
Do you wanna be alone?
And are you cool?
Symmetrical,
Analytical
Hypocritical
So critical
Nothing’s perfect, I’m hoping I’ll doOh nothing’s perfect; I’m hoping I’ll doMy mistake
And no mistake
And I would take it back if I could
So stay with me tonightI’ll make my bed, I’ll lie in it
Enticing with its leopard print
I’ll make my bed, I’ll lie in it
Enticing with its leopard print
And matching velvet duvetFirst love, Last love
Only love, it’s only loveFirst love, Last love
Only love, it’s only love
It’s only love
It’s only love
It’s only love

ALLA SO E CIPPO. DAY 56.

Tappeto,21.57.

Stasera si festeggia l’amore.

Questo post è per due amici di una vita, per due personcine speciali che festeggiamo diciotto (cazzo) di anni insieme e, a loro va il mio “chapeau”, perché nonostante non sia facile, non sia sempre tutto rosa e fiori, ovviamente, sono comunque ancora qui, a festeggiare questo traguardo, oggi insolito, ma loro sono stati capaci di farlo al meglio e, credetemi sulla parola quando ve lo dico.

Le relazioni sono difficilissime, ogni giorno, passata la famosissima “FASE A”, quella stupenda in cui tutto é bellissimo e faresti l’amore quindici volte al giorno, poi subentra tutto il resto e, la vera ricchezza poi alla fine é quella, andare avanti, supportarti e sopportarti sempre, nonostante tutto, gli scleri, la vita, gli scazzi e le incomprensioni.

Ma se nonostante quello si é ancora lì,beh, vuol dire che qualcosa di magico comunque c’è, e mai come ora, in questa super prova del nove che é la quarantena, tanto di cappello, che stare soli é difficilissimo sì, ma anche in due non sempre facile.

Quindi stasera il mio super love va a voi, So e Cippo, che nonostante cazzi e mazzi siete ancora qui e bellissimi così, vi voglio bene.

A voi questo post amici…

Soundtrack…

Oh, I can hear it when that old song starts to play

Cutting through my body in a familiar ways

Well, is it me or is it you who can’t relate

‘Cause I can feel it when those warm jets take me away

The useless seems to matter more and more

All my life is just something I can’t ignore

Consumed and enthused by all that came before

‘Cause I can feel it when those warm jets start to roar

Give me everything I ever need

Or just enough so I can go to sleep

Well, is it me or is it you who came to see

The scene, when all those warm jets swallow me

QUASI GIRO DI BOA. DAY 55.

Tappeto, 21.43.

Stasera ho anche incredibilmente cenato, asparagi preparati preventivamente prima delle birrette da videochiamata.

Dalla foto del post di oggi si evince che forse dovrei spostarmi da questo tappeto prima o poi, ma ormai é il mio background da quarantena, io e lui, lui ed io.

Altra giornata tutto sommato passata, ho fatto parecchie cose, sono stata in negozio e poi a fare altre commissioni e quando è così è bello, perché il testo del tempo poi finalmente vola.

Oggi mi sento bene, una giornata da bicchiere mezzo pieno insomma, come non accadeva da tempo, questo poco me lo faccio bastare al momento, ogni piccola felicità me la custodisco come un tesoro.

Oggi ho iniziato a cucire la mia prima borsa e , per quanto sará imprecisa, arrangiata e tutto il resto, mi ha reso felice creare qualcosa.

Poi con il tempo, diventerô più brava, si spera, nel frattempo di tornare a scuola di “ cucito” ad ottobre.

Questo tempo mi sta insegnando a darmi tempo per le cose che mi piace fare, ma che normalmente non ho mai tempo di fare, questa é una cosa bella di tutto sto casino.

Adesso smetto, finisco la birretta aperta prima, poi credo che inizierò una nuova serie sperando di crollare prima o poi.

Buonanotte dreamers, ricordiamoci i giorni con il sorriso quando verranno quelli meno belli,

Stasera soundtrack e dei Pixies, con “Wawe on mutilation”.

Cease to resist, giving my goodbye
Drive my car into the ocean
You’ll think I’m dead, but I sail away
On a wave of mutilation
A wave of mutilation
Wave of mutilation
Wave
WaveI’ve kissed mermaids, rode the El Nino
Walked the sand with the crustaceans
Could find my way to Mariana
On a wave of mutilation
Wave of mutilation
Wave of mutilation
Wave
WaveWave of mutilation
Wave of mutilation
Wave of mutilation
Wave 
Wave

ALLA CHICCA E ALLA SO.QUI, QUO E QUA.DAY 54.

Tappeto,22.28.

Stasera il mio post è dedicato a due amiche,anzi no, a due sorelle.

Sia chiaro e messo agli atti che io amo tutte le mie evergreen allo stesso modo, la So, la Chicca, la Giò, la Marta, la Mi e Toffolo.

Ma io, la So e la Chiccaci troviamo al momento nella stessa città e quindi, anche in questa fine del mondo, per quanto distanti, sempre vicine.

Dall’inizio di tutto lo sfacelo, ogni cavolo di giorno, a parte uno, ogni sera alle sette appuntamento fisso, a raccontarci la giornata, a sostenerci i pianti, un giorno per uno é toccato a tutte e tre.

Questa è la ricchezza delle amiche di una vita, del resto, tutte le “evergreen”,come le amiche di una vita che si rispettino ne abbiamo passate tante, ci siamo coperte a sedici anni con le mamme per fare le cazzate, e, ne abbiamo veramente fatte d’ogni noi eh,magari adesso meglio non star qui a raccontarle.

Ma dall’inizio di tutto, questo appuntamento serale per me é stata la mia casa, il mio non sentirmi mai sola, il mio sentirmi amata e capita, anche cazziata se necessario, ma sempre supportata.

Poi stasera, dopo cinquantaquattro cazzo dì giorni di reclusione, dall’inizio della nostra videochiamata é stato un susseguirsi di risate da “mal di mandibola”. dalla chiamata del 112 che non sto qui a raccontare, dalle confessioni, dalla stupidera incalzante, insomma, era quasi come una serata di primavera noi sedute ai tavolini della Malintesa, felici dell’aria bella e del poter stare sedute fuori, a sparare cavolate davanti ad una bottiglia di vino e ad un tagliere di salumi, ridendo come pazze fino a farci scendere le lacrime.

Stasera questa serata aveva quel sapore di libertà che era da tanto tempo che non provavo, seppur seduta sul mio tappeto in casa, questa serata ha avuto quella magia che quasi mi ero dimenticata.

La mia So è quella sempre forte e che ti sorregge in ogni caduta, che viene sempre e dico sempre in tuo aiuto se ne hai bisogno, punto di riferimento imprescindibile e che quanto ci alleniamo in questa quarantena mi ammazza di risate con le sue lamentele, ma che alla fine l’allenamento se lo porta a casa tutto, la mia Chicca, + 1, è quella che si sbatte sempre se hai bisogno, che hai un problema e ok, che problema c’è, lo risolviamo, quella che si preoccupa se non ti sente per un giorno, quella che ti fa sentire una sorella.

Le amiche, le mie evergreen, vicine o lontane, sono la mia ricchezza, sono parte di me, ad oggi io sono io anche grazie a loro. In questo momento super mega difficile sono il mio ossigeno, a dir la verità lo sono sempre, ma oggi, oh oggi, senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa.

I miei grazie non basteranno mai, sono fortunata ad avere le mie evergreen, e lo so, cazzo se lo so!

Stasera tutte le mie smancerie sono dedicate a loro, colonna portante di ogni singolo momento della mia vita, anche quando sono stata lontana.

Del resto, com’era quella frase!? “Le amiche sono le sorelle che ti scegli” ed io, mi sa che ho scelto bene.

Ok, ora soundtrack di questo post, come ogni sera in stile “gira la ruota” metto la canzone della playlist che accompagna le mie parole.

Stasera tocca a “Fool” di Frankie Cosmos.

Your name is a triangle
Your heart is a square
I’d love to see you
Way over there
Once I was happy
You found it intriguing
Then you got to me
Left me bleeding
You make me feel like a fool
Waiting for you
You make me feel like a fool
Waiting for you
I thought we could eat bread
I thought we could talk
On darker days
With our boots kicked off
You look to me
And I look away
Though I had been
Looking
You make…

21 GRAMMI.DAY 53.

Tappeto, musica, pigiamino estivo.

21.13, stesso posto.

Stasera pensavo al peso dell’anima, a quei famosi ventun grammi che ora mi sembrano diecimila volte più pesanti, come se la mia anima rinchiusa in queste quattro mura avesse assunto un peso diverso.

Sono cinquantatré giorni di cose mancate che ora iniziano tutte a farsi sentire. Sono fortunata sì, sto bene, (aspetta che faccio le corna), le persone a cui voglio bene stanno bene e questo è tanto, ma ho così voglia di persone, di vita, di attimi.

Tutto ormai si riduce dietro ad uno schermo, che, ringrazio il cielo di avere, ma ora questo schermo mi fa sentire le distanze così forti, senza poter toccare nessuno, nemmeno per sbaglio.

Ennesimo decreto, ennesime distanze confermate.

E allora lì ti senti ancora un pò più sola, non ho mai provato questa sensazione così, anche quando ho avuto storie, fidanzati, coniugi, come volete chiamarli e, poi son finite, ho sempre avuto mille persone vicino a me, non mi sono mai sentita sola.

Ad oggi, a quanto pare, non avere un “coniuge” con cui ricongiungerti il quattro maggio fa sentire ancora di più tutta questa situazione una merda totale, abbonatemi la parolaccia, ma comincio a non farcela davvero più.

Io non sono così, io voglio tornate ad essere super positiva ed a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, come sempre, ma qui, l’unico bicchiere che vedo lo svuoto la sera quando faccio l’aperitivo in videochiamata con le mie amiche, sorelle, il dono più bello che potessi avere vicino in questo momento, seppur da uno schermo.

In questi giorni ho come la sensazione che le cose belle da qui dentro poi pian piano si esauriscano e, magari poi non le ritrovi più.

Tutto quello che voglio è questo, persone. Io ho sempre ascoltato tanta musica, tutto il giorno, in negozio, a casa quando mi sveglio, in macchina… in questo momento della mia vita ogni giorno nel cerco bramosa di nuova, come se la musica in qualche modo colmasse quei vuoti lasciati dalle persone.

Rileggo il post e mi rendo conto di aver scritto cose di getto senza un preciso senso, o forse il senso è mio e lo capisco solo io perché é quello che ho dentro.

Vabbè, anche questa frase non proprio chiarissima, ma insomma, io mi son capita!!! Del resto scrivo questo blog con un diario per ricordarmi tutto una volta passato. Per sfogarmi come se parlassi con qualcuno.

Stasera pensavo che questa canzone di Calcutta ha proprio il testo azzeccato per quello che sto sentendo!

Quando a casa tornerai vienimi a trovar
Io ti posso offrire il pane
Quando a casa tornerai vienimi a trovar
Io ti posso offrire il pane
E vorrei vederti un po’ più da vicino
E darti un bel morso sul collo davvero
Toccarti una mano
Toccarti due mani
E darti un bel morso sul braccio davvero
Quando a casa tornerai vienimi a trovar
Io ti posso offrire il pane
Quando a casa tornerai vienimi a trovar
Io ti posso offrire il pane
E se dovessi rinunciar non dimenticar
Io ti posso offrire il pane
E vorrei vederti un po’ più da vicino
E darti un bel morso sul collo davvero
Toccarti due mani
Toccarti due mani
E darti un bel bacio sul volto davvero