Venerdì mattina, ho preso la “freccia rossa” e son partita in direzione Roma, il tutto in giornata per vedere la bellissima mostra dell’artista giapponese “Hiroshige“, per la prima volta in Italia. L’esposizione è collocata nel cuore della città, alla Fondazione Roma, dal 17 marzo al 7 giugno 2009.
Mostra curata nel minimo dettaglio, dalle atmosfere, alle luci ed ai suoni che accompagnavano lungo questo viaggio ad oriente, quasi per un attimo, come sentirsi davvero nei fluttuanti paesaggi del Giappone. L’esposizione davvero pensata come un viaggio all’interno di queste bellissime tele, con tanto di “diario di viaggio”, questo blocco di cartoline dell’artista che si può ritirare all’ingresso e timbrare lungo la mostra, divisa in quattro tappe… ad ogni tappa il suo timbro che raffigurava una tela dell’artista! Inoltre, vi è disposto un angolo dove, con pennelli ed acqua ogni visitatore può provare a scrivere delle parole con ideogrammi, trovo molto piacevole l’idea di rendere “interattiva” la visita in oriente attraverso le tele di Hiroshige.
Un angolo della mostra è anche dedicato a fotografi che all’epoca seppero immortalare le suggestive atmosfere di questa terra magica, tra questi presenti anche due italiani, io sono rimasta molto colpita da Adolfo Farsari, in particolare modo dalla sua foto intitolata “Evening banquest yojio”.
Se siete a Roma, o ci passate e, se siete come me affascinati dal Giappone, vale la pena visitare questa mostra. Per rimanere in tema, vi lascio con le bellissime note di “Alone in Kyoto” degli Air, già colonna sonora del bellissimo film di Sofia Coppola “Lost in translation”.