TUTTO IN DISORDINE.

In tutti questi mesi mi sono guardata dentro un sacco, mi sono giudicata, smussata, corretta, ho inciampato ed ho provato tante emozioni fortissime e contrastanti.

Poi mi sono anche fidata.

Sono una persona così, vedo sempre il buono e mi fido ogni volta, poi matematicamente, ogni volta, inciampo.

Anche questa volta sono inciampata, ma come ogni volta, cadrò dritta e poi mi rialzerò.

Punto e a capo.

E via, imparando anche questa volta qualcosa, porto a casa e ricomincio.

Here we are
Stuck by this river
You and I
Underneath a sky that’s ever falling down, down, down
Ever falling downThrough the day
As if on an ocean
Waiting here
Always failing to remember why we came, came, came
I wonder why we cameYou talk to me
As if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time
From another time

LUNEDÌ.

Mi sento come in una centrifuga.

Ci sono i pensieri belli e quelli brutti che viaggiano insieme in questi giorni.

Dolce e salato insomma.

Caos e quiete.

Sono tutto ed il contrario di tutto.

É un continuo mettermi in discussione, che poi alla fine mi piace anche non accontentarmi mai.

Sto ascoltando i Verdena da tutto il giorno, che mi riportano ad anni fa, a periodi spensierati e felici,

Ah la musica, che bela invenzione é!? Non potrei vivere senza.

Buonanotte lovers, stasera suona “Luna” dei Verdena!

ASPETTATIVE VS REALTÁ

Casa, ore di sonno totali: due.

Stanchezza incalzante, ma allo stesso tempo felicità.

Son stata a Milano, posto del cuore, con le persone del cuore con cui volevo stare, avevo bisogno di sorrisi e spensieratezza.

Ho dormito due ore sì, ma stamattina ero felice di passeggiare presto nella mia amata Milano, di prendermi il tempo per me, di guardarmi intorno alla ricerca di cose belle.

Sono una “divoratrice di immagini” del resto, per questo i miei occhi hanno bisogno di fotografare ogni cosa.

Oggi mentre guidavo per tornare verso casa, in autostrada c’era questo cielo azzurro interrotto da sofficissime nuvole bianche, la mia musica del cuore che suonava ed i miei pensieri in fila uno dopo l’altro.

Oggi ho pensato alle aspettative.

Non voglio più aspettarmi nulla, forse per difendermi, forse per non stare male ancora.

In tutto il lockdown ho fatto un enorme lavoro su me stessa, mi sono cercata bene in fondo è mi sono scoperta forte, molto forte.

Non voglio tornare fragile, quindi ho deciso che aspettarmi cose dalle persone mi porta solo a rimanerci male quando poi le persone cambiano e, non voglio che accada più.

Son circondata di persone che mi vogliono bene e voglio concentrarmi solo su quelle.

Non voglio più aspettarmi nulla, ma voglio ancora farmi sorprendere, ah si, questo lo voglio tanto.

Voglio sognare e stupirmi.

Da domani ricomincio da me, da quel pezzettino un po’ ammaccato che devo rimettere a posto.

Come questo libro che sto leggendo, come il “kintsukuroi”, l’arte giapponese di curare le ferite dell’anima.

KINTSUKUROI SIGNIFICA “RIPARARE CON L’ORO”,É CIÒ CHE CHE POSSIAMO FARE QUANDO QUALCOSA SI ROMPE NELLA VITA. IMPARIAMO A CURARE LE NOSTRE FERITE PER FARNE LA NOSTRA BELLEZZA.

Ricomincio da me.

Punto e a capo.

Colonna sonora di stasera: “Queen of mosquitos”, Harlem, il mio personal tormentone di questa settimana.

PAURE. DAY BY DAY.

Casa, finalmente casa, pensa te.

Divano, non tappeto, ho il colore sui capelli perché, la mia parrucchiera lo sa il perché, la mia playlist LOVERS che suona come ogni sera e intanto che aspetto i venti minuti dello shampo con un sacco della spazzatura sulle spalle come mantellina da parrucchiera, mi sentivo di scrivere.

Sì lo so che non è una bella immagine, ma tanto per fortuna mi vede solo Frida!

Sono giornate lunghe e piene in cui non riesco a scrivere ogni giorno come in quarantena, ma oggi mi andava così.

Sono tornata dal negozio in questa nuova e strana routine di vita, lanciato i vestiti alla velocità della luce, canotta, mutande, bicchiere di vino e musica e, mi sono seduta sul davanzale della finestra a luce spenta con gli occhi chiusi, avevo bisogno solo di quello.stare lí al buio con il “silenzio” della mia musica, avevo bisogno di sentirmi protetta e di avere quel momento solo per me.

Da quando ho ricominciato a lavorare ho vissuto così tante emozioni senza fermare un secondo cuore e testa che avevo bisogno solo di questo.

Non so ancora bene descrivere come mi sento, ho mille paure, ho paura ad uscire e nel momento stesso vorrei non averle, ho paura a fare cose che prima mi sembravano normali, ho paura che da un momento all’altro tutto possa ricadere all’improvviso.

Per questo ho bisogno di fare piccoli passi.

Poi nello stesso momento bramo quella normalità a cui tanto ho pensato nei mesi d isolamento, dove per assurdo ne ho creata una “nuova”, dove sentivo il disperato bisogno di comunicare alle persone a cui tengo ogni mio stato d’animo.

Sicuramente il lockdown mi ha cambiata, penso sempre in meglio, mi sono sentita spesso forte ed orgogliosa di me, dall’altra parte penso quasi che per me sia più difficile ora, mi porto dietro quello strascico di paure, inaspettatamente.

Ma, nella mia vita sono stata tutto quello che volevo ed ho superato ogni cosa, facile o meno, quindi questo non é un post triste, solo un post riflessivo, un nuovo confronto con me stessa in una nuova fase.

Mi servirá in qualche modo anche questo.

Sta suonando questa canzone nella mia playlist del lockdown dove ho ascoltato così tanta musica spaziando ovunque, ascoltando musica che non conoscevo o che magari non avrei mai ascoltato, ma che adesso mi porto dietro sorridendo e pensando ad ogni attimo di questo isolamento a cui ogni singolo brano era legato.

Del resto ho detto mille volte ch la musica é parte di ogni mia giornata, sempre, a lavoro, per strada, a casa, quando mi addormento… insomma in ogni gesto della mia giornata.

Ho questo continuo bisogno di esprimermi, di esternare quello che sono e che penso, con una foto, con un disegno, con delle parole e , anche sì, con la musica.

Come dice sempre una delle migliori amiche”. Se avessi avuto una bella voce sarei stata una cantante!”, beh, se anche io avessi avuto una bella voce avrei forse cantanto i miei pensieri in tutto questo periodo!

Ma ognuno deve trovare il suo modo, io sono più brava con parole ed immagini forse.

Vabbè, finisco il mio pippone con questa canzone appunto, che forse non avrei mai ascoltato, ma che una sera di ascolti solitari di tappeto su Spotify é arrivata ed é finita dritta dritta nella mia playlist!

Si chiama “Femmina” di Viola Violi.

PLACE TO BE. DAY 47.

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22.33.
Tappeto.

L’immagine scelta stasera non è a caso ovviamente.

Diciamo che vorrei tirare fuori anche io la mia faccia sorridente che da qualche giorno mi sento come se me l’avessero portata via.

Voglio tornare a non aver paura di vivere, di vivere tutto quanto, cose belle e cose brutte.

Oggi é andata tutto sommato un pochino meglio, ma mi sono dovuta sforzare a non intristirmi e, sono stufa di sforzarmi, di credere che tutto tornerá come prima.

I giorni che passano accentuano le mancanze, esasperano le sensazioni e portano via quella “magia”.

Tutto diventa un rituale, ma non come nella vita normale con la routine scandita dal lavoro, dagli amici e dalla famiglia. Questa routine é diversa, perché imposta, perché spaventa, perché non l’abbiamo scelta noi.

Mi domando quindi fino a che punto potremo lasciar decidere della nostra vita altre persone che dicono di saperne di più, come credere che sia giusto se, dopo quasi due mesi non si vede uno spiraglio!? O almeno così ci dicono.

La sensazione di questi giorni é che mi state portando via i mei pensieri belli, la mia “stupidità” e, un pezzettino della mia vita che mai tornerá.

Ma ancora una volta, voglio provarci, voglio provare a sperare e pensare che dopo questa famosa data qualcosa possa in qualche modo, anche solo pezzettino per pezzettino, migliorare,

Ho solo bisogno di un piccolo cenno.

Ho bisogno di abbracci.

Sorrisi.

Persone.

Amore.

Risate.

Spensieratezza.

Ostacoli da superare per migliorarmi.

Ho anche un fottuto bisogno di vedere il mare.

Questa lista, che in qualche modo penso sia un pochino simile a quella di ognuno di noi potrebbe essere infinita.

Spero presto di tornare a metterci delle spunte!

Stasera ascolto ancora The Veils, come spesso in questa quarantena, stasera tocca a “Sun gangs”.

Some say you’ll never be gone forever
Some say there’s music where you go
I’ve no faith in my heart, tell two apart
Ocean above from sky below
Where I am going you can’t save me
Don’t wake me honey for love nor money
I have no more I can pay ‘til we’re here alone
And the seeds have been sown
And night returns to break the day
Where I am going you can’t save me
Where I am going you can’t save me, yeah
Seed a dreamin’, boxed a screamin’
The world to love, the right to know
Now I hear violence out from the silence
Don’t want me love? Then let me go
Where I am going you can’t save me
Where I am going you can’t save me
Where I am going you can’t save me, yet

 

INCAZZATAMEMTE. DAY 46.

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Tappeto, as usual, sì lo so che ieri avevo scritto che oggi sarebbe andata meglio, ma oggi non saprei, oggi é un misto tra depressione, mancanze ed un’icazzatura tremenda.

Oggi sono incazzata con me stessa, per questi due giorni di down emotivo che non mi scrollo dalle spalle.

Mi sento come svuotata ed impotente, perché davanti ad una cosa che non dipende da me mi trovo inerte e non riesco a reagire e, non mi riconosco e ,non mi sento io e, mi fa incazzare, sì, lo so che l’ho già detto, ma ho bisogno di ribadirlo!

In questi due giorni ho la sensazione di non essere me stessa e, non voglio essere presuntuosa, ma mi sono sempre ritenuta orgogliosamente una persona super combattiva, capace di ottenere quello che vuole con il sacrificio, anche quando sono caduta, in qualsiasi modo mi sono rialzata e sono andata avanti e questo mi  rende orgogliosa di me.

Fottutamente orgogliosa di me, aggiungerei.

Ma mai come in questi due giorni mi sono sentita vuota e spenta, incapace di reagire, a piangere ascoltando la mia musica ogni giorno, mi sono estraniata dalla persone che mi fanno stare bene per paura di contagiarle con i cattivi pensieri e questo mi fa male, perché non sono io, non voglio sentirmi così.

Poi stasera, parlando con la mia Erica, punto fermo ed imprescindibile della mia vita, ovunque si sia trovata in tutta la nostra amicizia, mi ha detto tante cose belle e vere, non scontate che, avevo bisogno di sentirmi dire da qualcuno che mi conosce e che sa quello che sto provando in questo preciso momento, senza bisogno di essere fisicamente qui, lei mi sá, lei conosce il mio cuore.

Mi sono rotta le palle di farmi buttare giù e domani voglio provare a tornare la Paoli combattiva e cazzuta di cui sono orgogliosa.

Io ci provo, promesso, speriamo ci sia il sole, che ho bisogno anche di quello, seppur visto dalla finestra.

Voglio circondarmi delle mie persone preferite seppur da uno schermo al momento, ma ho bisogno di qualsiasi forma di amore, anche di questa così strana a cui non eravamo abituati e, che malgrado tutto, ora dobbiamo imparare a farci bastare.

Stasera sto ascoltando un sacco di musica nuova su Spotify, ora, visto che ovviamente non ho sonno e non voglio stare sul divano in silenzio che mi mette tristezza, andrò avanti ad ascoltarla disegnando un pochino.

A domani dreamers, sperando di tornare cazzutissima!

Stasera lascio qui “Holes” di Mercury Lev.

Time
All the long red lines
That take control
Of all the smoke like streams
That flow into your dreams
That big blue open sea
That can’t be crossed
That can’t be climbed
Just born between
Oh, the two white lines
Distant gods and faded signs
Of all those blinking lights
You had to pick the one tonight
Holes
Dug by little moles
Angry jealous spies
Got telephones for eyes
Come to you as friends
All those endless ends
That can’t be tied
Oh, they make me laugh
And always…

OGGI NÌ. DAY 29.

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Sabato sera, 21.37, tappeto.

Stasera scrivo presto, oggi giornata nì.

A dir la verità non era partita male, ma qui l’umore cambia di ora in ora, come eterne montagne russe di emozioni, come un eterno preciclo, sì, ok, quest’ultima affermazione solo le donne possono capirla.

Fatto sta che tutto é iniziato come al solito, la routine che ormai diventa consueta, caffè, musica, secondo caffè, allenamento, doccia e cura di me stessa, chi mi conosce sa che io sono così, non mi lascerò andare mai, nemmeno tra quattro mura o, potrei morire, non mi sentirei me stessa.

Poi, come ogni sabato, vedo mia sorella sotto casa due minuti al volo, mascherina, guanti, nessun contatto, la cosa più difficile dal momento che vorrei solo stringerla fortissimo, comunque, come ogni weekend mi consegna l’amore della mia mamma, il suo cibo buonissimo cucinato per sentirci più vicine, il suo modo di amare.

Apro la busta e trovo un contenitore caldo, apro, polpette pugliesi al sugo, esce tutto il profumo della domenica a casa da mia mamma, della famiglia, dell’amore.

Credo sia stato quello il momento del mio crollo di oggi.

Poi forse un po’ anche la musica, io ne ascolto davvero tantissima, da quando mi sveglio a quando chiudo gli occhi, la televisione in muto e la musica a palla, sempre, tutto il giorno.

Ogni giorno ne ascolto di nuova, desiderosa di scoprirne sempre di bellissima, la musica per me é come un’immagine, non mi stanco mai di guardare, forse perché ho un’indole esteta e, non mi stanco mai di ascoltare, perché la musica è amore, è ricordi, é essenziale come l’aria.

Oggi tra tutta la “nuova musica” c’erano parecchie canzoni bellissime, ma anche tristi.

Ma a me piace anche quello, mi piace che la musica che ascolto mi scateni tutte le emozioni, da quelle felici a quelle meno.

Domani sarà un nuovo giorno e sicuro diverso, comunque meglio. Ogni tanto bisogna sfogare e van bene anche i giorni nì, perché comunque so che dopo un giorno no, c’è ne sará un altro meglio.

A proposito di musica bella , ma triste, stasera il mio post il loop lo accompagna questa.

“By this river” di Brian Ero, triste sì, ma il testo mi piace tantissimo e mi ricorda tanto quello che sto vivendo ora, ascoltatela e leggetela.

Vi penso.

 

Here we are
Stuck by this river
You and I
Underneath a sky that’s ever falling down, down, down
Ever falling down
Through the day
As if on an ocean
Waiting here
Always failing to remember why we came, came, came
I wonder why we came
You talk to me
As if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time
From another time