LA FELICITÀ STA NELLE PICCOLE COSE.DAY 64.

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Tappeto, 21.57.

Stasera sarô breve che sono ko dalla giornata.

Stasera voglio solo fare un appunto, scontato, ma ci tengo a farlo.

Non ci accorgiamo di quanto siano importanti certe cose sino a quando non ci vengono negate,

Oggi, dopo due mesi, sono uscita dal centro per fare una camminata sugli argini con Frida.

Vi assicuro, che, vedere la natura, camminare in mezzo al verde è stata quasi come una prima volta,

Mi ero dimenticata di come fosse bello sentirsi liberi camminando in mezzo al verde.

Questo oggi mi ha resa felice, quindi tutto qui, mi andava di condividerlo.

Domani rivedrò la mia mamma dopo tre mesi, sarà una giornata piena di emozioni, voglio andare a letto, riposarmi e godermela tutta fino alla fine.

Buonanotte dreamers.

Stasera suona “you and I” di Wilco.

You and I, we might be strangers
However close we get sometimes
It’s like we never metBut you and I, I think we can take it
All the good with the bad
Make something that no one else has butYou and I, you and IMe and you, what can we do
When the words we use sometimes
Are misconstruedWell, I won’t guess, what’s coming next
I can’t ever tell you
The deepest well I’ve ever fallen intoOh, I don’t wanna know
Oh, I don’t wanna know
Oh, I don’t need to know
Everything about youOh, I don’t wanna know
And you, don’t need to know
That much about meYou and I, we might be…

SILVANO.DAY 17.

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Silvano non é un mio nonno di sangue, ma lo è a tutti gli effetti, lo é diventato con il tempo.

Io non ho più nonni vivi aimé, anche se ho avuto la fortuna di crescere con la mia super bisnonna Giuditta, che mi ha cresciuta a polenta con zucchero a merenda e badilate di burro in ogni alimento, ma questa é un’altra storia!

Silvano fa parte comunque della mia famiglia da sempre, la sua mamma era la “balia” di mia mamma da piccola e lui, falegname e fabbro di enorme talento, ha sempre lavorato anche con mio nonno nella sua azienda agricola, tra il costruire una stalla oppure una scala di legno..

Quando poi é mancato il mio nonno Gianni e mia madre e mia sorella hanno deciso di aprire all’interno della cascina un ristorante, io abitavo ancora a Milano ed il weekend tornavo per dare una mano al ristorante e, é proprio lì che Silvano é entrato così tanto nella mia vita e nel mio cuore ed é diventato il mio nonno bis, il mio nonno acquisito.

Ogni domenica mattina passava dalla cucina del ristorante, dove mia mamma aveva prontamente confezionato un bel pranzetto per lui e sua moglie Angela.

Mano a mano, io e quel signore con la faccia e le mani segnate dal tempo e dal lavoro, siamo diventati famiglia.

Quando poi mia madre ha deciso di chiudere il ristorante io ero già tornata a vivere a Cremona e, poco dopo è nata OFICINA, il mio negozio.

Quando ho aperto non avevo questa grande disponibilità economica, quindi una volta chiesto in banca il mio prestito per iniziare, c’era da mettere su il negozio “fisicamente”. Ricordo quei mesi durissimi, ero sempre presa a fare mille cose, come una trottola, tra burocrazia e cose pratiche, ma se non avessi avuto il mio Silvano, che con i suoi 79 anni all’epoca mi ha sostenuta e spronata, non c’è l’avrei mai fatta. Lui ha letteralmente e fisicamente creato il mio negozio, non un architetto super mega menoso e asettico, ma un artigiano, una persona che con le sue mani realizzava opere in legno o in ferro bellissime.

Io e Silvano andavamo a comprare il legno, progettavamo un mobile, mettevamo giù un’idea e poi lui la realizzava così abilmente e velocemente che ogni volta per me vedere il lavoro finito era un’emozione, a volte mi dava l’avvitatore in mano, mi dirigeva, cazziandomi anche se non ero precisa e,mi faceva assemblare le cose!

Ogni singolo pezzo del mio negozio é creato dalle sue mani, ogni espositore, ogni mobile, il bancone, la vetrina, il camerino… quando gli ho detto che mi sarebbe servito un piccolo magazzino, in un giorno mi ha creato una parete di legno con tanto di porta scorrevole.

Certo, a volte ci “scontravamo” un pò, Silvano é un uomo di altri tempi, un artigiano eccelso e non potevo certo controbattere una sua idea, se volava una cosa fatta in quel modo, così doveva essere, punto.

Ma ad oggi gli sono grata per ogni centimetro di quel legno grezzo che ha scalfito per creare il mio negozio, non esisterebbe OFICINA senza di lui e , mai avrebbe potuto essere così bella senza di lui, perché dentro ad ogni centimetro di quel legno c’é la sua anima.

Succedeva che se ero in giro per qualche città, vedevo un mobile che mi piaceva per il negozio, lo fotografavo, glielo facevo vedere e due giorni dopo me l’aveva già costruito.

Stasera vi ho raccontato questa storia perché oggi ho telefonato al mio Silvano per sapere come stesse, quando mi ha detto che lui e sua moglie avevano un pó di febbre, quando ho sentito il suo respiro un po’ affannoso mi sono tanto preoccupata, perché aimé lui non é un giovanotto e non voglio che possa succedergli nulla, non voglio nemmeno pensarlo.

Voglio che venga ancora in negozio come faceva una volta a settimana, quando veniva ad abbracciarmi e mi diceva che vedermi gli dava “dieci anni di vita”, perché fargli fare il negozio per lui era come una botta di vita e che io per lui sono come una figlia, anche se non di sangue…

Silvano é la mia persona speciale, che si é guadagnato da subito di diritto un grande posto nel mio cuore.

Per questo stasera l’ho sgridato, dicendogli di stare a riposo e di non farmi scherzi.

Mai come ora mi sto rendendo conto di quanto sono fortunata ad avere persone come lui nella mia vita.

Grazie e grazie ed ancora grazie.

Voglio andare a letto stasera pensando che presto potrò andare a trovarlo a casa e che lui mi porterà dietro nel giardino, dove ha il su laboratorio e mi fará vedere quali nuove strepitose creazioni di legno avrá realizzato.

Ti penso Silvano, pezzo del mio cuore.

Stasera il mio post lo accompagna “you and I” di Wilco, testo come sempre qui sotto!

You and I, we might be strangers
However close we get sometimes
It’s like we never met
But you and I, I think we can take it
All the good with the bad
Make something that no one else has but
You and I, you and I
Me and you, what can we do
When the words we use sometimes
Are misconstrued
Well, I won’t guess, what’s coming next
I can’t ever tell you
The deepest well I’ve ever fallen into
Oh, I don’t wanna know
Oh, I don’t wanna know
Oh, I don’t need to know
Everything about you
Oh, I don’t wanna know
And you, don’t need to know
That much about me
You and I, we might be…