ASPETTATIVE VS REALTÁ

Casa, ore di sonno totali: due.

Stanchezza incalzante, ma allo stesso tempo felicità.

Son stata a Milano, posto del cuore, con le persone del cuore con cui volevo stare, avevo bisogno di sorrisi e spensieratezza.

Ho dormito due ore sì, ma stamattina ero felice di passeggiare presto nella mia amata Milano, di prendermi il tempo per me, di guardarmi intorno alla ricerca di cose belle.

Sono una “divoratrice di immagini” del resto, per questo i miei occhi hanno bisogno di fotografare ogni cosa.

Oggi mentre guidavo per tornare verso casa, in autostrada c’era questo cielo azzurro interrotto da sofficissime nuvole bianche, la mia musica del cuore che suonava ed i miei pensieri in fila uno dopo l’altro.

Oggi ho pensato alle aspettative.

Non voglio più aspettarmi nulla, forse per difendermi, forse per non stare male ancora.

In tutto il lockdown ho fatto un enorme lavoro su me stessa, mi sono cercata bene in fondo è mi sono scoperta forte, molto forte.

Non voglio tornare fragile, quindi ho deciso che aspettarmi cose dalle persone mi porta solo a rimanerci male quando poi le persone cambiano e, non voglio che accada più.

Son circondata di persone che mi vogliono bene e voglio concentrarmi solo su quelle.

Non voglio più aspettarmi nulla, ma voglio ancora farmi sorprendere, ah si, questo lo voglio tanto.

Voglio sognare e stupirmi.

Da domani ricomincio da me, da quel pezzettino un po’ ammaccato che devo rimettere a posto.

Come questo libro che sto leggendo, come il “kintsukuroi”, l’arte giapponese di curare le ferite dell’anima.

KINTSUKUROI SIGNIFICA “RIPARARE CON L’ORO”,É CIÒ CHE CHE POSSIAMO FARE QUANDO QUALCOSA SI ROMPE NELLA VITA. IMPARIAMO A CURARE LE NOSTRE FERITE PER FARNE LA NOSTRA BELLEZZA.

Ricomincio da me.

Punto e a capo.

Colonna sonora di stasera: “Queen of mosquitos”, Harlem, il mio personal tormentone di questa settimana.