history dressed of black,white and gray…

Ogni mio articolo nasce da un’emozione che mi porto dentro,di qualunque natura sia.Parte da me ed arriva,a volte inspiegabilmente,fino a qui.Come se qui mi sentissi libera di mettermi a nudo.

In questi giorni ho letto molto di un “poeta” italiano.Un poeta sì,perchè la definizione di “cantautore” non gli renderebbe affatto giustizia.Non esiste una canzone di Fabrizio De Andrè che non mi faccia pensare a poesia,di qualsiasi argomento lui parli,in qualsiasi forma,lui riesce a racchiudere parole come in contenitore magico.Chiudo gli occhi,ascolto una sua canzone ed ogni parola scivola dentro di me e libera un’emozione difficile da spiegare a così.

In particolare ci sono due canzoni che mi legano a questo “poeta”.”La ballata dell’amore cieco“,la storia narra di un uomo che si innamora follemente di una donna che gli chiede come prova d’amore di portarle il cuore della madre e poi di togliersi la vita.Ma poi la donna si accorge che il suo atteggiamento le si rivolta contro.Mentre lui muore con il sorriso,lei si rende conto che non le rimane nulla.Il testo di questa canzone è a mio parere pura,triste,malinonica,ma dolcissima poesia.

Un’altra ballata che amo di De Andrè,è sicuramente “Amore che vieni,amore che vai“,dove lui qui tratta il tema della “mutevolezza dell’amore”. “Io t’ho amato sempre, non t’ho amato mai,amore che vieni,amore che vai”.

Potrei stare qui ore a parlare di questo poeta,ci sarebbero innumerevoli cose da raccontare.Io ho voluto descrivere quelle che sento più vicine a me ora.Come se a volte parlasse di me…Ma consiglio a tutti di chiudere gli occhi per un po’,ed ascoltare ogni suo testo,con le orecchie,ma soprattutto con il cuore.

“Perchè non esiste solo il bianco o il nero,ma innumerevoli sfumature di grigio…” 

Mi piace pensare così.